Castigo, di Massimo Mastrorillo & Vincenzo Montisano
Testo di Vincenzo Montisano
Chi ci ha voluto tanto male da castigarci a tutto il bene che pure, attraverso il faticoso esercizio dello stupore, ci è possibile reperire in questa vita? La rutilante sequela dei giorni, del tempo della Storia che ci grava sulle spalle, sono forse la punta di quella frusta che, invisibile nella sua crudeltà, ci consuma le reni a ogni minuto trascorso? Sono queste le domande da cui prende l’avvio una ricerca foto-testuale spasmodica, necessaria, che ha come fine ultimo quello di sondare l’incerto limite tra l’obbligo sociale alla felicità, conseguita tramite lavoro, denaro e prostrazione individuale presso la maggioranza dei vinti, e quell’assurda follia che permette a una vita altra di resistere contro le aberrazioni mondane, contro una visione strumentalizzata del bene e del male. Tra il padre che punta il dito dicendo: “È colpa tua” e la mano del figlio che si adopera per ucciderlo, sono passati molti secoli o pochissimi istanti. Nel frattempo siamo ancora gravidi di incertezza se vivere sia in fondo il tragico inconveniente della gioia cosmica o il salvifico risvolto di una intenzionale condanna. […]