LA CRISI DEL ’17

Un foulard è nel cellophane, vicino ai libri.
Una foto nella carta una capitale
un pavimento a scacchi e due ballerini di tango.
La mia nudità  tra i roghi estivi
e i pensieri – va a prenderli, sono tuoi!
Se sommo, questo letto s’ingorga di ricordi
e non posso sottrarti, non resterebbe nulla.
Me ne vado sbeffeggiato dalla grazia,
lascio il nostro centro nell’inganno di una riconciliazione.
In periferia raccatto ossi rotti, compagni
di sventura e una sensibilità che è un abominio.
Le nuvole cariche di ceneri figlieranno inseminate
da incendi colposi – nel dolore si può anche non morire.

settembre 2017

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