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Per sopravvivere al secolo del pensiero unico. Ovvero: leggendo Lobo Antunes a Lisbona
Nel cuore della capitale lusitana, la piazza del café “A Brasileira”, reliquario sacro di Fernando Pessoa, è gremita di gente che si lascia immortalare accanto alla statua de
Per sopravvivere al secolo del pensiero unico. Ovvero: leggendo Lobo Antunes a Lisbona
Nel cuore della capitale lusitana, la piazza del café “A Brasileira”, reliquario sacro di Fernando Pessoa, è gremita di gente che si lascia immortalare accanto alla statua del poeta – al tempo, dicono, alquanto schivo, e oggi facinorosamente eletto attrazione di punta dal turismo di massa. A pochi metri, un artista di strada, con in braccio la sua Stratocaster contusa, velocizza una nenia popolare di João Gilberto.
SALÒ O IL PRESAGIO DI UNA CATASTROFE REALIZZATA
Più di ieri ma meno di domani, le aberrazioni della contemporaneità imporrebbero alle residuate coscienze di tornare a leggere gli scritti, a visionare i film, ad ascoltare la musica, a riappropriarsi di quei capisaldi dell’espressione artistico-filosofica, italiana e straniera, che all’alba della società dei consumi capitalista avevano predetto, con agghiacciante puntualità, il tramonto definitivo della civiltà occidentale.
Povere creature, noi!
I l numero di bare dei cineasti che, come un rave party di processionarie, infesta le nostre sale cinematografiche è in costante aumento. Dopo Darren Aronofsky, Christopher Nolan e altri illustri colleghi che si sono lasciati ingolosire dal truculento guazzabuglio di paillette e lustrini dello star-system hollywoodiano, è ora arrivato il momento di portare a spalla il pesante feretro di Yorgos Lanthimos.