lettere in nero | racconti
È un cazzo fritto, la vita…
Louis-Ferdinand Céline

Per lasciare che tutto continuasse a scorrermi attraverso come il sangue che nei corpi c’è e scorre, ma non lotta.

Come si fa a volere disperatamente qualcosa? Si può essere ottusi fino al punto da perseguire un obiettivo, uno scopo, scegliere un orizzonte tanto ambito quanto arbitrario e attribuirgli tutta la responsabilità, l’intero peso di una vita possibilmente felice?
Incontrai l’oste in una fangosa landa della periferia ungherese. La sua sagoma stagliata contro un orizzonte alto, come irraggiungibile, camminante e fiera, come dovrebbe essere quella di un uomo. Mi sono perso, mi disse. Allora, nel gonfio vento moscovita che ululava da est, gli proposi di tornare insieme verso la fattoria.
«Siediti sul bidet» dissi a L. Lei aprì le gambe e ci si sedette. La schiena curva su cui potevo contare le vertebre. La finestra aperta, i nei gettati sulla pelle e intirizziti dalla temperatura invernale – L. ne aveva molti più di S.
Che il dolore di madre che ho nessuno lo capisce. Che io, mio figlio Gaetano, l’ho fatto maturo con tutti i santi crismi e tanta punizione l’anima mia non la merita.

bio
Classe 1988, collaboro con i collettivi Nucleo Kubla Khan e Masnada. Direttore artistico del festivaletteratura di Calabria “Parole Erranti“, promosso dalla stessa Masnada. Il mio primo romanzo è Roy Scarlatt, pubblicato presso I DISGELI – Edizioni nel 2014. Potete leggere ulteriori opere qui, sui samizdat o negli scantinati delle case editrici. In mezzo alla poesia della polvere, si leggono cose migliori.
segui il blog
Ottieni i nuovi contenuti, spediti direttamente nella tua casella di posta.
ultime da instagram @lettereinnero

Un’altra stanza d’albergo. Le polaroid sparpagliate tra i pacchetti di Marlboro vuoti e i ritagli di giornale macchiati di vodka. Incenerisco piccoli pezzi di carta con l’accendino.
differenza di potenziale

N. è in ritardo. La strada costiera è deserta: potrebbe essere la mia ultima volta sul litorale.