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Un parco, una panchina, un’epidemia esistenziale. Intorno i segni di un’epocale metamorfosi. La confessione di un vecchio amico, tanto oscura quanto inquietante, sembra minacciare radicalmente il mondo di Hugo Boll, ricco ereditiere europeo ora in bancarotta. La realtà si sfalda lenta e inesorabile sotto il suo sguardo disincantato. La città di *** è in ginocchio, accusa il protrarsi della crisi economica; le strade si ingorgano di miseria e l’indole della cittadinanza approda a sentimenti di profonda diffidenza. Hugo Boll, dopo aver dilapidato il patrimonio familiare in nome di un ideale, infilerà una serie di lavori saltuari e relazioni ambigue. L’ultima certezza rimastagli, l’essere vivo, diverrà anch’essa a poco a poco un’ipotesi arbitraria. L’esistenza come lotta per la conquista identitaria all’alba del ventunesimo secolo. Un delirante itinerario attraverso le nevrosi assurde e disumanizzanti della contemporaneità.