la spina


Eccola, la spina che morde il calcagno.
Tra bocca e ano, la miseria.
Ingravido la via lattea di ponti
mi traccio rotte cosmiche per l’ombelico.
Bellezza, tu coagulata sui litorali del male,
sei pretesto per sperare che
Dio non sia cannibale.
Non temere, perché temere
è degli stupidi; sappi che
quest’epoca di mercato
sta svendendo i tuoi occhi
al macello delle carni tenere.

luglio 2016

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